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  • Alessia Piccioni

Elezioni europee: le regole di comunicazione in Italia

Dalla par condicio elettorale al silenzio nelle ore che precedono il voto. Cosa dice la legge italiana



Elezioni europee

Dal 6 al 9 giugno si terranno le elezioni per il Parlamento europeo. I cittadini e le cittadine dell'Unione Europea saranno chiamati ad eleggere i loro rappresentanti.


Ma cosa significa questo dal punto di vista della comunicazione?


30 giorni prima della data del voto si apre ufficialmente la campagna elettorale, che si conclude 24 ore prima della chiamata alle urne.


La comunicazione elettorale deve sottostare a determinate regole, affinché vengano rispettati i principi di equità e trasparenza.


Elezioni europee: par condicio


La campagna elettorale in vista delle elezioni europee deve rispettare determinate condizioni. La par condicio elettorale e il silenzio elettorale sono due concetti chiave nel contesto delle leggi italiane che regolano le campagne elettorali, entrambi mirati a garantire un processo elettorale equo e libero.


La legge sulla par condicio (n. 28/2000) assicura che tutti i partiti e candidati abbiano uguali opportunità di accedere ai mezzi d'informazione, in particolare in televisione, durante il periodo di campagna elettorale.


Questa regolamentazione sottolinea l'importanza di un dibattito politico bilanciato, dove le voci di tutti i contendenti possano essere ascoltate senza distorsioni dovute a un'esposizione mediatica diseguale. La vigilanza su tale equilibrio è affidata al Comitato provinciale per le comunicazioni, che ha il delicato compito di monitorare l'osservanza di queste regole.


Silenzio elettorale


Il silenzio elettorale, d'altra parte, introdotto per la prima volta nel 1956, rappresenta un periodo di riflessione immediatamente precedente al giorno delle elezioni, durante il quale è vietata qualsiasi forma di propaganda elettorale. Questa pausa dalla campagna elettorale cerca di offrire agli elettori lo spazio per considerare le loro scelte senza l'influenza dell'ultimo minuto di messaggi politici.


Tale divieto si applica non solo in caso di elezioni politiche o amministrative, quindi relative solo ai cittadini italiani, ma anche alle elezioni europee.


Tuttavia, nonostante le pene previste per la violazione del silenzio elettorale, che possono variare da multe a sanzioni detentive, l'applicazione di queste norme risulta spesso inefficace, come dimostra la frequente presenza di attività politiche e mediatiche nei giorni critici che precedono le votazioni.


Questi meccanismi legislativi riflettono l'intento di preservare l'integrità del processo elettorale e di promuovere una competizione politica equa. Nonostante ciò, la loro efficacia è talvolta messa in discussione dall'evoluzione delle strategie di comunicazione politica e dalle sfide poste dall'ambiente mediatico contemporaneo.


Rimane fondamentale, quindi, non solo il ruolo delle autorità di vigilanza ma anche una consapevolezza collettiva e un impegno civico per il rispetto di questi principi, al fine di garantire elezioni che riflettano veramente la volontà popolare.

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