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Alessia Piccioni

Legge 150 del 2000: la rivoluzione nella comunicazione pubblica

I principi e le figure professionali introdotte dalla legge che ha istituzionalizzato la comunicazione pubblica



Per chi lavora (o vorrebbe lavorare) nel mondo della comunicazione, ed in particolare nel settore pubblico, la legge n. 150 del 2000 segna un importante punto di svolta.


Con l'approvazione della legge Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni, per la prima volta lo Stato legittima lo strumento della comunicazione, riconoscendola come una risorsa prioritaria e strutturale.


Il suo compito è non solo informare i cittadini, ma contribuire all’attuazione dei principi di trasparenza ed efficacia dell’azione amministrativa, favorendo la partecipazione di tutti gli individui.



Perché è importante la legge 150 del 2000?


La legge 150 del 2000 rappresenta, ancora oggi, il caposaldo normativo della comunicazione pubblica. Si tratta, infatti, della prima, e per ora unica, legge quadro per questo settore di attività.


Con essa la comunicazione pubblica, finalmente, si istituzionalizza, ottenendo un riconoscimento esplicito e una legittimità dall’apparato normativo italiano, e al contempo viene distinta dalle altre attività amministrative. Vengono definiti gli strumenti e i soggetti della comunicazione pubblica, stabilendone le competenze e le funzioni.


Altro aspetto innovativo della legge è il fatto di presentare la comunicazione e l’informazione come risorse indispensabili per le attività della Pubblica Amministrazione, nonché uno degli elementi chiave per raggiungere gli obiettivi dei vari uffici.



Le strutture e le figure professionali introdotte dalla legge 150


Quella del comunicatore è una professione non ordinistica. Non esiste, infatti, un ordine dei comunicatori, o degli addetti stampa, sebbene esistano diverse associazioni di categoria.


Prima del 2000 la confusione intorno a queste figure professionali era molta, perché oltre alla mancanza di un ordine che la regolamentasse, c'era anche un vuoto dal punto di vista normativo.


La legge 150, finalmente, fa un po' di chiarezza, introducendo una distinzione tra le varie strutture e le figure che vi lavorano. Sebbene il testo faccia riferimento a chi opera nella pubblica amministrazione, la legge contribuisce a dare maggior dignità e importanza a tutti i comunicatori.


Portavoce - art. 7 legge 150/2000


Si tratta di una figura non obbligatoria, ma certamente molto utile a garantire una comunicazione continua.


Opera a stretto contatto con i vertici dell'ente, di cui spesso è una persona di fiducia. Il suo compito è quello di gestire i rapporti di carattere politico-istituzionale con i mezzi di comunicazione di massa, riportando la posizione e le dichiarazioni della Pubblica Amministrazione.


A differenza di chi lavora nell’ufficio stampa, il portavoce non deve essere iscritto ad albi, e non è richiesto che abbia seguito alcun percorso di formazione accademica e professionale specifico.


URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico - art. 8 legge 150/2000


È l'ufficio preposto al dialogo e all'ascolto dei cittadini, privati o associati. Già il Dpr 352 del 1992 aveva assegnato a questi uffici il compito di garantire e realizzare il diritto dei cittadini di accesso alle informazioni e partecipazione alle attività.


All'URP ora viene chiesto di garantire un modello relazionale, basato sulla trasparenza e la bidirezionalità della comunicazione, gestendo anche i rapporti con i mass media (compito svolto, anche se in modo e misura diversa, anche dall'Ufficio Stampa). L'ufficio deve occuparsi, inoltre, di monitorare la customer satisfaction.


La legge 150 sancisce l'obbligatorietà di questo organo per la Pubblica Amministrazione.


Ufficio Stampa - art. 9 legge 150/2000


A differenza del precedente, questo ufficio non è obbligatorio. Il compito dell'ufficio stampa è quello di informare i cittadini circa le attività dell'ente, divulgando notizie di interesse per la collettività.


A dirigere questo organo è il Capo Ufficio Stampa, che dirige il team di addetti stampa. Secondo la legge 150, per lavorare in un ufficio stampa della Pubblica Amministrazione è necessario essere iscritti all'albo nazionale dei giornalisti professionisti o pubblicisti.


L'ufficio stampa cura i rapporti con i media, garantendo un flusso informativo continuo e trasparente e tempestività nell'invio di risposte.

La legge 150 dà alle PA la possibilità di dotarsi di un ufficio stampa in forma associata, così da dividere la spesa.


Il portavoce e chi lavora nell'ufficio stampa di un ente pubblico non può svolgere attività nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche per tutta la durata dell’incarico.



Accessibilità degli uffici


Un altro aspetto importante trattato nella legge è quello dell'accessibilità degli uffici, anche per persone affette da disabilità motorie.


Finalmente si affronta il tema delle barriere architettoniche, che impediscono l'accesso a molti cittadini con difficoltà di deambulazione: disabili, anziani, persone infortunate, ma anche persone con passeggini.


Queste caratteristiche strutturali, di fatto, impediscono il godimento di un diritto fondamentale.


Un'altra questione che viene sollevata è quella della vicinanza degli uffici. Per agevolare le comunicazioni all'interno dell'ente e agevolare i cittadini che debbano recarsi per delle pratiche o chiedere informazioni, la legge prevede che tutti gli uffici si trovino nella stessa struttura, e che questa sia in un luogo facilmente raggiungibile.



Legge 150/2000: la mancanza di sanzioni


Leggendo questo articolo, in molti staranno notando che la realtà dei fatti è ben diversa. Forse vi starete chiedendo come sia possibile che, a distanza di più di 20 anni una legge dello Stato non abbia ancora trovato attuazione all'interno dei suoi stessi uffici?


Purtroppo, la legge 150/2000, per quanto fosse lungimirante e ben strutturata nei contenuti, presenta al suo interno un grande difetto: non prevede sanzioni per quelle amministrazioni che non si adeguino a quanto prescritto.


Questo ha fatto sì che molti enti non apportassero alcuna modifica alla propria struttura, e continuassero a svolgere il proprio lavoro come sempre fatto.



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